Storia e caratteristiche

Nacque nella prima metà del XX secolo grazie ad un ufficiale dell’esercito israeliano, Imi Lichtenfeld, esperto in tecniche di lotta occidentali su richiesta dello stesso governo israeliano. L’esigenza era quella di sviluppare un sistema di combattimento efficace ma rapido da apprendere, al fine di addestrare le neonate forze di difesa israeliane. L’esperienza personale di Lichtenfeld influenzò pesantemente lo stile e la filosofia del krav maga: infatti egli, grande ginnasta, pugile e campione di lotta libera, alla base teorica aggiunse una grande esperienza di lotta di strada, maturata in una gioventù in parte passata a lottare per la vita nei vicoli del suo paese natale, allora occupato dai nazisti.

Il risultato della sua opera fu un sistema di combattimento pensato espressamente per venire appreso efficacemente in tempi rapidi. Poiché risponde a criteri di natura militare e autodifesa, punta all’immediata neutralizzazione dell’avversario, includendo anche quei punti vitali del corpo, quali genitali, carotide, occhi etc, ritenuti normalmente intoccabili negli sport di combattimento.

A ciò si aggiunga la grande attenzione che riveste la preparazione per fronteggiare nemici armati, anche di armi da fuoco. Le tecniche di krav maga (calci, pugni, gomitate, leve e proiezioni) trovano oggi particolare riscontro ed applicazione nel campo degli operatori della sicurezza, delle forze armate e dei corpi di polizia. Oltre che in Israele, esso è ormai diffuso in tutti paesi del mondo, dando vita a numerose scuole. mpre comunque a fuoco vero. In Europa è giunto per la prima volta in Francia dopo il 1990, mentre in Italia è stato portato dopo l’anno 2000.

Caratteristiche.

È un sistema di combattimento (che maestri e istruttori preferiscono non definire come “arte marziale”) frutto di tentativi volti alla semplicità e all’immediatezza.

Trae origine dagli sport di combattimento e arti marziali, evolvendosi nel tempo al passo con le esigenze. È stato ripulito da leve articolari e proiezioni, se non in rarissimi e particolari casi, poiché tali tecniche non si prestano a reali situazioni di difesa personale. Inoltre, a differenza delle arti marziali tradizionali soprattutto di matrice orientale, non associa la componente culturale e filosofica dell’etica all’insegnamento delle tecniche.

L’impostazione privilegiata prevede l’attacco a parti “sensibili” del corpo come occhi, gola o genitali, normalmente non ammesse nelle discipline sportive. Questa impostazione, adatta ad ambienti ad alto rischio come i teatri operativi mediorientali, in Italia (come in gran parte dei paesi occidentali) potrebbe essere fonte di problemi in situazioni di vita quotidiana: infatti l’approccio aggressivo e anticipatorio potrebbe portare a complicazioni di natura penale. Per questo, nell’ambito civile della difesa personale, il krav maga viene insegnato da istruttori esperti per essere usato solo in casi estremi di pericolo per la propria vita (violenza da strada, tentativi di stupro, aggressioni a mano armata, ecc.).

Puntando soprattutto a zone del corpo (genitali, carotide, occhi, ecc.) ritenute normalmente intoccabili per altri sport di contatto, ed essendo esso privo di ogni regola poiché studiato per difesa e scopi militari, il krav maga non può essere praticato in forma sportiva, come avviene per karate, taekwondo e altri.

A ciò si aggiunga la grande attenzione che riveste la preparazione per fronteggiare nemici armati, anche con armi da fuoco come pistole e fucili, per comprendere l’elevata specificità di impiego di questo sistema di combattimento, in cui lo scontro fra due avversari a mani nude è solo una delle possibilità.

A seconda delle scuole possono o meno esserci le cinture (non esiste un’uniformità nella scelta dei gradi e/o delle uniformi). Esistono versioni solo per i bambini, solo per le donne o versioni avanzate per gli operatori della sicurezza. In alcuni paesi e alcune federazioni esso comprende anche l’insegnamento al poligono di tiro con arma lunga e corta e in assetto da combattimento, sempre comunque a fuoco vero. In Europa è giunto per la prima volta in Francia dopo il 1990, mentre in Italia è stato portato dopo l’anno 2000.


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